Pescara, partito il progetto “L’Officina dei legami” per contrastare la povertà educativa

Coinvolgere bambini e genitori in attività psicopedagogiche, ludiche e sanitarie tese a contrastare la povertà educativa in quartieri fortemente penalizzati da fenomeni di disagio socioeconomico. E‘ partito con questo obiettivo il progetto “L’officina dei legami”, finanziato dall’Unione Europea- Next Generation e dal Ministero per il Sud e la Coesione territoriale nell’ambito delle risorse del PNRR. San Donato e Rancitelli sono i quartieri interessati da una serie di iniziative che intendono rafforzare i servizi educativi e di cura già presenti sul territorio, ma che spesso risultano non sufficienti a soddisfare bisogni urgenti e in crescita della fascia dei beneficiari (bambini da 0 a 6 anni e nuclei familiari)

A realizzare le attività saranno la cooperativa sociale “Orizzonte” di Pescara in qualità di capofila e l’Associazione “Domenico Allegrino” Odv, l’Asd Bimbi in salute, l’Asd Club Acquatico, il Centro di aiuto alla vita (Cav), il Centro italiano femminile provinciale (Cif), il Comune di Pescara, la cooperativa sociale La Tata Onlus, il Centro per l’istruzione degli adulti (Cpia) Pescara-Chieti e l’Istituto comprensivo Pescara 1 come partner. La rete è costituita da associazioni che hanno una vasta esperienza sia per la competenza nell’ambito di intervento sia per la vocazione alla realizzazione di iniziative di contrasto alla povertà educativa.

Il progetto, che contempla numerose attività, è stato ideato per dare risposte alla carenza, ormai cronica, di spazi destinati alle problematiche familiari aggravata dagli effetti della pandemia, che hanno reso ancora più deboli le certezze delle famiglie, soprattutto nei quartieri più disagiati. Le attività previste consentiranno di mettere a sistema risposte multidisciplinari per la presa in carico di genitorialità fragili o vulnerabili. I partner lavoreranno in rete per contrastare le conseguenze di difetti degli stili educativi genitoriali che, nei quartieri individuati dal progetto, si possono constatare nelle condotte dei bambini, poco abituati al gioco, con deficit nelle abilità sociali e scarsa predisposizione ai prerequisiti per gli apprendimenti. Un quadro che, quasi sempre, causa l’abbandono dei percorsi formativi scolastici. Il progetto intende dare un contributo alla crescita di una comunità più sensibilizzata alla protezione dell’infanzia. Nel complesso, saranno 130 i minori e 80 i nuclei familiari coinvolti nelle attività.

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