Neet, Italia al primo posto in Europa. Peggiora la salute mentale degli adolescenti

 Italia al primo posto in Europa per presenza di Neet, ossia di giovani che non studiano e non lavorano. Il fenomeno interessa in modo particolare le ragazze.
E’ quanto emerge dal rapporto Bes 2021 ‘Il benessere equo e sostenibile in Italia’ diffuso dall’Istat.

Il nostro Paese ha il primato per la numerosità di questo particolare segmento di giovani, tra 15 e 29 anni, che non sono più inseriti in un percorso scolastico o formativo e neppure impegnati in un`attività lavorativa, noti come Neet, Not in Employment, Education or Training.

Nel 2021, tra i giovani di 15-29 anni, il 23,1% non studia né lavora, in calo rispetto al 2020, quando avevano raggiunto il 23,7%, con un incremento di 1,6 punti percentuali rispetto all`anno precedente la pandemia. Tra le donne il 25% non fa formazione né lavora (erano il 25,8% nel 2020), mentre tra gli uomini sono il 21,2%, erano il 21,8% nel 2020; tuttavia, sia tra le donne sia tra gli uomini, il calo non compensa l`incremento di Neet osservato nel primo anno di pandemia. Le differenze regionali rimangono elevate e ricalcano la dicotomia Nord-Mezzogiorno. Le regioni con la quota più elevata di Neet sono la Puglia (30,6%), la Calabria (33,5%), la Campania (34,1%) e la Sicilia (36,3%).

Nel secondo trimestre 2020, nel pieno della fase 1 della pandemia, è evidente l`incremento nella Ue27 di giovani al fuori del contesto di istruzione e non occupati (+1,7 punti nel secondo trimestre 2020 rispetto al trimestre precedente), incremento trainato da paesi come Spagna (+4,2) ma anche Francia (+2,8) e che, tuttavia, nel nostro Paese è più modesto e leggermente al di sotto della media europea (+1,6).

L`Italia però presenta comunque dei valori strutturalmente molto più elevati del fenomeno e nella fase di diminuzione dell`indicatore continua a posizionarsi ancora molto al di sopra degli altri paesi europei. Inoltre nel nostro Paese – a differenza di quanto avvenuto negli anni più duri della crisi economica, quando per effetto del maggiore incremento tra i giovani maschi le due componenti di genere si erano avvicinate – durante la prima fase della pandemia sono soprattutto le giovani 15-29enni a peggiorare di più con un forte incremento dell`incidenza di Neet, che le allontana dai corrispondenti giovani maschi. Nel primo trimestre del 2021 inoltre si osserva una seconda fase di incremento dell`incidenza dei Neet, più in Italia che nel resto della Ue27 (rispettivamente +0,6 punti e +0,1 punti rispetto al trimestre precedente) e, nel nostro Paese, più forte tra le femmine che tra i maschi (+1,0 punti rispetto a +0,2 punti). L`ultimo dato europeo disponibile per il confronto, riferito al terzo trimestre 2021, mostra che, complessivamente, rispetto all`inizio del 2019, in Ue27 l`incidenza di Neet ha ripreso a calare ma con velocità differenti: più velocemente per le giovani e i giovani in Spagna (rispettivamente -2,6 e -1,1 punti percentuali nel terzo trimestre 2021 rispetto al primo trimestre 2019), più lentamente in Italia (rispettivamente -0,7 e -0,1 punti).

 Nel 2021 si osserva un peggioramento nelle condizioni di benessere mentale tra i ragazzi di 14-19 anni. In questa fascia d`età il punteggio rilevato (misurato su una scala in centesimi) è sceso a 66,6 per le ragazze (-4,6 punti rispetto al 2020) e a 74,1 per i ragazzi (-2,4 punti rispetto al 2020). Aumenta, infatti, la percentuale di adolescenti in cattive condizioni di salute mentale (punteggio dell`indicatore di salute mentale inferiore al primo quintile della distribuzione, pari a 52 punti), che passa dal 13,8% nel 2019 al 20,9% nel 2021. (fonte Aska)

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