Premio “Sì all’Uomo” alla preside coraggio Eugenia Carfora (foto gallery)

“Sono venuta a ritirare il premio perché mi è piaciuto molto il senso dell’iniziativa, questo ribadire un ‘Sì all’uomo’, ma il riconoscimento dovremmo darlo ai ragazzi e a tutti quelli che ci aspettano ogni mattina a scuola e credono ancora in un futuro migliore”. Con queste parole Eugenia Carfora, la preside coraggio di Caivano (Na), ha ricevuto il Premio nazionale “Domenico Allegrino” durante la cerimonia che si è svolta all’Auditorium Petruzzi, a Pescara, davanti a un’affollata platea. Presenti alla manifestazione il sindaco Carlo Masci, le garanti regionale e comunale per l’infanzia Maria Concetta Falivene e Teresa Ascione, la professoressa Daniela Puglisi, referente per l’inclusione, bullismo e cyberbullismo e per i progetti nazionali dell’Ufficio scolastico provinciale, le dirigenti scolastiche del liceo “G. Marconi” Giovanna Ferrante e dell’Istituto tecnico “E. Alessandrini” Gabriella Di Mascio accompagnate da docenti e studenti, alunni della scuola media “G. Pascoli”, amici dell’associazione e cittadini.

Con il “Sì all’uomo”, giunto alla diciottesima edizione, l’associazione “Domenico Allegrino” Odv riconosce e onora figure che si sono distinte per aver curato, a proprio modo, le ferite di persone fragili, mettendo in pratica i valori dell’accoglienza e della solidarietà.  Nel corso della manifestazione, la fondatrice Antonella Allegrino ha donato alla premiata una scultura in pietra bianca della Majella dal titolo “Ti accolgo” realizzata per l’Associazione dall’artista pescarese Luigi D’Alimonte.

Eugenia Carfora, dirigente scolastica a Caivano da 18 anni, guida attualmente l’Istituto superiore ‘F. Morano’. Viene definita la ‘preside coraggio’ perché lotta da sempre contro la dispersione scolastica anche recandosi nelle case dei ragazzi che non frequentano le lezioni per sensibilizzare le famiglie.

“Un sabato sono arrivata a scuola e non c’era nessuno – ha ricordato – Una docente mi ha chiesto: ‘Che facciamo? Ce ne andiamo?’.  Per questa frase dovrò ringraziarla per tutta la vita. Mi sono sentita inutile e offesa nel ruolo che ricoprivo. Le ho risposto di non lasciare la scuola e sono uscita perché ho sentito il bisogno di respirare. Mentre ero in strada, una signora mi ha chiamata dal balcone e mi ha salutata con simpatia invitandomi a salire per prendere un caffè. È stata la prima relazione che ho sperimentato e l’ascolto del saluto di quella donna mi ha emozionata.  Ogni mattina percorro i viali e vado nei bar per incontrare i ragazzi: conosco più le loro esigenze attraverso quella passeggiata che in classe dove si mettono la maschera. 

Quando mi salutano con ‘ciao preside’, io sono loro e loro sono me. Non ci sono famiglie che non credono nei propri figli. Sono la rassegnazione, la solitudine e l’indifferenza a renderle dure. Se i genitori capiscono che sei interessata al loro figlio ti danno tutto. Siamo noi a dover trovare la formula giusta per entrare in sintonia con il ragazzo e perseguire l’obiettivo: portarlo verso la libertà. Quando vedo che un giovane non viene a scuola seguo due modalità. Scrivo tanto perché nessuno studente mi dica, un giorno, che avrei potuto fare di più: aspetto la risposta anche per mesi. Poi mi arrabbio e urlo.  Se vedo un ragazzo in strada perché la mamma non se ne cura, i servizi sociali hanno fatto tardi e la signora di fianco non se ne frega io urlo: meglio urlare che stare zitti. Questo è il mio modo di fare la mia parte non da professionista”.

Con grande energia e determinazione, Eugenia Carfora ha ribadito l’importanza del corpo docente, mai valorizzato e spesso mortificato e offeso. Poi, rivolgendosi agli studenti li ha sollecitati al rispetto dei luoghi. “Non ci sono luoghi brutti, ma luoghi in cui la responsabilità è come una malattia, viene meno – ha affermato – Non lasciate il graffio vicino alla porta, lasciate il segno di un gesto educato e rispettoso di quello che vi viene consegnato. Riempite la città delle vostre azioni, scrivete la vostra storia solcando un sentiero e lasciando qualcosa di voi, una buona azione con un fare sentito”.

“La testimonianza di Eugenia Carfora è stata intensa e appassionata – ha sottolineato Antonella Allegrino – Il suo messaggio è lo stesso che ispira tante iniziative dell’associazione, che mirano a intercettare le esigenze dei giovani, a contrastare le loro solitudini, a valorizzare i loro talenti e a sollecitarli al rispetto delle istituzioni. I cambiamenti verso una realtà migliore si attuano anche attraverso piccoli gesti. L’auspicio è che i tanti studenti presenti alla manifestazione abbiano trovato nelle riflessioni di Eugenia Carfora lo stimolo a diventare cittadini attivi, responsabili e costruttori del bene comune”.

Nel corso della manifestazione sono state assegnate due borse di studio per l’acquisto di materiale didattico a Cristiano Di Clerico ed Elisabetta Bertani, studenti del liceo Mibe che hanno partecipato alla recente edizione del concorso-calendario dell’associazione sul tema “Amare”.

Gli studenti della scuola media “G. Pascoli” Martina Olivieri, Paolo Lucido, Liliana Mastrangelo e Domenico Clerico, vincitori dello stesso concorso, hanno letto le poesie che hanno composto e che sono state pubblicate sul calendario 2025.

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