Violenza sulle donne, il lockdown aggrava il fenomeno

La violenza contro le donne è ancora purtroppo una realtà quotidiana, tanto da meritare una giornata internazionale dedicata alla lotta per eliminare questa piaga che si celebrerà domani, 25 novembre. L’Organizzazione Mondiale della Sanità rivela che nel mondo il 35% delle donne ha subito violenza. Nell’ultimo periodo si è registrato un notevole aumento di casi di violenza sulle donne in ambito domestico collegato all’entrata in vigore delle misure restrittive per contenere il contagio da COVID-19. Durante il lockdown il fenomeno si è ancor più aggravato, con un numero di 11 femminicidi in sole 11 settimane. L’allarme è partito dai centri antiviolenza a causa della mancanza di chiamate ai numeri verdi. Il dato è aumentato notevolmente perché durante i mesi di chiusura molte donne si sono ritrovate da sole in casa con il loro carnefice, senza poter chiedere aiuto perché controllate dal proprio partner. Non è accettabile che la casa intesa originariamente come un rifugio protetto e sereno possa trasformarsi in luogo pericoloso. Molte donne, purtroppo, non si sentono al sicuro nelle proprie case. Sono più a contatto con i loro partner e questa convivenza più assidua aumenta gli episodi di violenza, anche perché i maltrattanti non hanno la possibilità di sfogare dipendenze o svolgere le loro attività quotidiane fuori dall’abitazione. Inoltre, il fattore esacerbante l’aggressività è collegato alla presenza dei bambini in casa. La maggioranza degli uomini aggressori non è abituato alla costante  presenza dei figli all’interno delle mura domestiche e il loro comportamento spesso li innervosisce aumentando il rischio di violenza.

L’ aumento del fenomeno della violenze sulle donne avviene soprattutto nei momenti di coppia, in particolar modo nei periodi di festività o durante le vacanze estive. La violenza aumenta quando si è costretti a stare insieme nella stessa casa per più giorni, per questo motivo c’era da aspettarsi che la violenza tra le mura domestiche diventasse un problema nel diffondersi della pandemia.

Secondo i dati emersi il 62,7 % degli stupri è commesso da partner o ex partner che la vittima conosce bene. Esistono vari tipi di violenza: violenza sessuale, violenza fisica,violenza psicologica, violenza economica e stalking,. Esse si intercambiano e a volte non esiste un confine.

Conseguenze fisiche e psicologiche

Una donna che subisce violenza ha delle conseguenze sia sul piano fisico che psicologico. La violenza fisica comporta  lividi, dolori muscolari, malattie sessualmente trasmissibili, lacerazioni, lesioni e disturbi gastrointestinali. La violenza psicologica provoca disturbi del sonno, alimentari, vergogna, scarsa autostima, ansia, depressione, stress psicologico e attacchi di panico.

Come fare per chiedere aiuto

Nell’ultimo periodo di confinamento sociale sono nate molte iniziative da parte di associazioni e istituzioni per aiutare le donne che hanno difficoltà a comunicare il loro disagio a causa della presenza costante dei partner. Per denunciare una violenza domestica in farmacia e attivare una rete d’aiuto basterà pronunciare la frase “Mi dia una mascherina 1522” al proprio farmacista. 

Resta attivo il numero gratuito 1522, un servizio che permette di denunciare via chat un episodio di violenza subita, qualora non si potesse parlare. Le vittime di abusi possono rivolgersi anche ai Centri antiviolenza per avere un supporto psicologico da parte delle operatrici nella fase di denuncia che è.un momento necessario e può veramente salvare la vita: farsi aiutare da un centro è fondamentale. A tal proposito da parte della Polizia di Stato è stata ideata la campagna “Questo non è amore” per aiutare le vittime di violenza a denunciare l’accaduto, prima che sia troppo tardi.

Una data importante: 25 novembre

Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne che rappresenta una violazione dei diritti umani conseguenza delle disuguaglianze tra uomo e donna.

La lotta al femminicidio deve essere condivisa da tutta la società: le istituzione, la famiglia e i mass media. Essi hanno il compito di trasmettere un messaggio di grande importanza,perché la parità è un diritto umano e le donne non sono oggetto di proprietà degli uomini.

La prevenzione deve riguardare l’istruzione già dalla scuola primaria  per formare al meglio gli uomini di domani con un’educazione alla parità di genere. Inoltre, è auspicabile anche la formazione di coloro che entrano a contatto con le vittime, ad esempio le forze dell’ordine, assistenti sociali, operatori socio sanitari e altri settori.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*